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Stefano Toscano

"Nel calcio conta solo chi vince. Ma ogni tanto anche chi perde."

Al solo sentire la parola “commedia” a molte persone può venire in mente una semplice equazione: situazioni inverosimili più personaggi strampalati uguale a grasse risate. Di fronte al libro Atletico Minaccia Football Club questa associazione riaffiora prepotentemente dal nostro subconscio, salvo essere poi affogata, imprigionata dalla vera essenza del romanzo, che ci fa conoscere Giovanni “Vanni” Cascione, appassionato di calcio e di professione allenatore, in quel di Mondragone, assolata cittadina della provincia campana. Il protagonista, a seguito di un fortuito incontro, viene contattato da Lucio Magia, direttore sportivo della neonata squadra di calcio Atletico Minaccia della quale Vanni prenderà le redini. L’allenatore, però, non sa ancora cosa dovrà affrontare.
La trama è perennemente in fieri, peccato che non sia sviluppata in modo adeguato. Essendo una commedia, il lettore si aspetta delle situazioni più o meno esagerate, mentre per tutta la durata del libro non succede nulla: le descrizioni delle partite sono quanto di più vicino a un articolo di un giornale sportivo, telecronache farcite da alcuni elementi comici, ma comunque sterili.
Si può parlare anche di aspettative infrante per quanto riguarda i personaggi: i giocatori sono caratterialmente piatti, nonostante ognuno di loro possegga delle qualità talvolta esilaranti che sono rimaste inutilizzate e altri sembrano aggiunti tanto per fare numero.
Lo stesso Vanni, che è incaricato di portare sulle sue spalle l’aspetto “epico” del romanzo, fallisce miseramente, infatti, l’allenatore è il classico idiota che finisce per inciampare sul proprio ego, rendendosi ridicolo agli occhi del lettore.
A dare il colpo di grazia a questa vicenda traballante è il finale, quindi definirlo monco e inconcludente è quasi un eufemismo , complice l’entrata in scena della Camorra, che dovrebbe offrire l’occasione per ribadire la solita morale anti-Mafia, ma che invece soffoca la storia.
Il linguaggio del romanzo è scorrevole, eccetto per le parti in dialetto che possono risultare poco comprensibili per taluni, e può essere letto da chiunque, anche da chi il calcio non sa nemmeno che cosa sia.
Chi ha un pomeriggio di tempo libero potrebbe considerare questa lettura, sapendo, però, che non lascerà nient’altro che amaro in bocca.

Stefano Toscano
4^ Esabac, Liceo Linguistico Vasco Mondovì