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Masnago

La vita di Andrea Lanciano, diciannovenne di Gallarate, giovane promessa di basket, viene improvvisamente sconvolta: il padre, piccolo imprenditore in ambito idraulico, finisce in coma a causa di un’emorragia cerebrale e lascia Andrea con un grosso debito da pagare.
Il giovane si ritrova così sovrastato da responsabilità troppo grandi per lui, con il losco Dicuonzo che richiede il pagamento del debito ricorrendo anche a minacce e botte.
Per fortuna può contare sull’aiuto della sua ragazza Elena, figlia di un ricco notaio, e dell’amico di sempre Luca, accompagnato dalla fidanzata Ale.
I quattro giovani racchiudono con le loro diverse personalità e caratteri un po’ tutti i generi della società: il ragazzo orfano di madre che all´amata pallacanestro è costretto a preferire il lavoro nell’azienda del padre, la figlia di un notaio che si ribella al progetto voluto per lei dai genitori, il giovane costretto a un lavoro saltuario da McDonald’s e la fidanzata dal carattere dominante con una spiccata attitudine per lo spaccio di droga.
L’autore del romanzo, Giovanni Fiorina, riesce attraverso diversi colpi di scena e una narrazione coinvolgente e scorrevole a catturare l’attenzione del lettore, tenendolo con il fiato sospeso e rendendolo partecipe delle difficoltà che il protagonista incontra.
Andrea infatti, si trova di fronte ad una delle situazioni più difficili proprio nel momento in cui, come la maggior parte dei ragazzi della sua età, deve già affrontare scelte importanti che indirizzeranno il suo futuro.
Attraverso la vicenda di Andrea, Fiorina descrive una società sempre più complessa, nella quale il confine tra ciò che è bene e ciò che non lo è diventa sempre più labile, al punto che i giovani protagonisti si ritroveranno quasi costretti a trafficare droga dalla Svizzera per tentare di racimolare soldi. Alla fine la vicenda si risolverà e verrà stabilito un certo ordine. Il bene sembra trionfare, ma a stento, torna soltanto l’ordine, non c’è alcuna giustizia. E Andrea ne sarà profondamente segnato.
Sullo sfondo per tutta la durata del romanzo risalta il basket, luogo ideale dove il giovane può continuare a guardare per trovare la forza di crescere e di salvare, ad ogni costo, i beni del padre.

Cecilia Giraudo, Francesco Regolo
Biblioteca Civica di Cuneo
Servizio Civile Nazionale

Cronaca di una sconfitta

Ambientato a Gallarate a metà degli anni ‘90, Masnago racconta la storia di due ragazzi: Elena Rigoli, figlia di un rinomato notaio della città, prossima a scegliere l’indirizzo universitario che per i suoi genitori sarà e dovrà essere giustamente Giurisprudenza, mentre per lei sarà solo motivo di ulteriori conflitti e nervoso e Andrea Lanciano, figlio di un imprenditore nel settore dell’idraulica e futura stella nel Basket, ovviamente nella stretta morsa della scelta fra le due. Parallelamente le voci dei due protagonisti si alternano, sviluppando due storie secondarie, la lotta per i propri diritti sul futuro universitario di Elena e il campionato di Basket della forte squadra di Andrea, per poi intercedere nell’unica vera trama che vede i due ragazzi protagonisti: il padre di Andrea ha comprato una palazzina ad un prezzo molto conveniente da una ditta di costruzioni capeggiata da un losco individuo, il signor Dicuonzo, a cui però sono destinate inoltre altre lire in nero. Tutto si scatena quando il signor Lanciano si ritrova in ospedale a causa di un aneurisma, scaricando la responsabilità della ditta familiare sulle spalle di Andrea, che verrà a scoprire la precaria situazione aziendale e le minacce violente degli scagnozzi di Dicuonzo per il saldo del debito della ditta.
Quindi, la storia prosegue, rimbalzando fra mafia, spaccio di droga, canestri, affrontando anche temi tipici di un giovane all’esordio della propria vita da senior: l’incertezza e le scottanti scelte da prendere senza ‘’se’’ e senza ‘’ma’’.
Masnago è un libro anche per chi di basket poco se ne intende, oltre sapere il colore della palla e cosa sia il canestro. Questo è sicuramente un punto a favore di una partita che lo scrittore ha voluto lanciare a se stesso. La partita inizia tranquillamente, all’interno della trama rimbalzano qua e là riflessioni, temi, affrontati e sviluppati con la leggerezza non di un pallone da basket, per fortuna. Ma sono proprio questi temi che faticano a centrare il canestro, continuando a roteare sull’anello metallico delle parole, aumentando l’aspettativa del lettore spettatore, infranta al termine da un punto totalmente mancato. Palla al centro e riprende l’azione: dopo qualche passaggio, viene intercettata dalla complicazione della trama, che prosegue oltrepassando la metà campo, ma perde miseramente l’azione rallentandosi e precipitando nel banale e su qualche termine un po’ troppo colloquiale. 
Ed ecco qui, il fallo determinante dell’autore: l’uso frequente di parolacce, accompagnato da qualche imprecisione grammaticale causata dall’uso di tali espressioni dialettali, come il nome proprio di persona preceduto dall’articolo determinativo. La partita continua fra palleggi di periodi lunghi, ripetitivi, fino a che il fischio di fine partita ferma tutto. L’analisi tecnica post-partita non poteva che essere scontata: trama discreta, sviluppo formale mediocre e  insufficiente a ribaltare le sorti di una sconfitta prevedibile.

Lorenzo Aimo
Liceo Scientifico "Vasco", Mondovì
classe IV A