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Scritto sulla mia pelle

Il trasloco, il quartiere nuovo, la mamma che lascia la famiglia senza una parola né una spiegazione, il silenzio del padre, il fratellino in cerca di risposte e il nonno malato: tutto questo, nel giro di un niente, piomba sulla testa di Stefano, il giovane protagonista del romanzo di Pietro Vaghi, Scritto sulla mia pelle.
Sedici anni, una grande passione per la montagna e lo sci e la voglia - tipica di quell’età - di divertirsi e di vivere tutto come se fosse ancora quasi un gioco. La vita però costringe Stefano a crescere velocemente, per cercare di ristabilire quell’equilibrio che la sua famiglia ha perso del tutto. Smarrito nelle sue paure e arrabbiato con il mondo intero per tutti i disastri che gli si sono ritorti contro, il giovane trova sostegno e conforto solo in Elisa, una nuova compagna di classe, a sua volta alle prese con una situazione famigliare per nulla semplice: lei è l’unica persona con cui riesce a parlare apertamente e a cui non deve nascondere nulla, e tra i due si instaura subito un forte legame, tanto che sembra si conoscano da una vita.
L’amore, nei suoi lati più belli, intriganti ed emozionanti, così come in quelli più dolorosi e tristi, è la forza che anima l’intero romanzo e che dà al protagonista il coraggio per non mollare e per cercare di vincere le paure che lo bloccano e non gli consentono di vivere a pieno. Tutti gli adolescenti hanno insita nel loro cuore la convinzione che si possa sempre fare qualcosa di più, che ci sia sempre un modo per vivere ancora meglio: questo romanzo vuole anche insegnarci l’importanza che ha il fatto di dare sostegno ai giovani e alla loro forza di volontà, piuttosto che schiacciarli, negando loro la possibilità di godersi a pieno la vita. Non bisogna mai distruggere i sogni degli adolescenti, perché i sogni a quell’età sono tutto.
Il finale del romanzo è aperto, ma non lascia dubbi sul fatto che la famiglia sia una cosa seria, che non si può montare e smontare come se fosse un giocattolo, e che in ogni caso non bisogna mai perdere la speranza e la voglia di credere che ciò che si è rotto si possa riparare. La famiglia è il bene più prezioso che ciascuno di noi possiede e bisogna cercare di proteggerla e di difenderla a tutti i costi; e Stefano lo sa bene: «Essere vostro figlio è una cosa che non va via quando faccio la doccia la mattina. Io e Paolo siamo tutto quel che resta di quel per sempre. E’ già qualcosa e farò in modo che non si rovini… Ripenso a mia zia che legge vestita di rosa. Una sola carne. Quella carne sono io. Il vostro nome è scritto sulla mia pelle, inciso nella carne di cui sono fatto». Sulla pelle di Stefano, infatti, c'è scritto che suo padre è suo padre e sarà sempre tale, nonostante i suoi errori; che sua madre è sua madre, e sarà sempre tale anche se se n'è andata di casa; che Paolo, il suo fratellino che spesso gli fa perdere la pazienza e che gli sta sempre appiccicato, è sempre suo fratello; che il nonno, che ogni tanto esce di casa e bisogna andarlo a ritrovare e che si mette il pigiama a rovescio, è sempre il nonno e ogni tanto dice anche la cosa giusta.
Scritto sulla mia pelle è anche un romanzo di formazione, perché segue passo a passo, attraverso il racconto della rabbia, della delusione, delle incomprensioni del giovane protagonista, la sua maturazione e la sua crescita interiore: i suoi sbalzi d’umore e i suoi pensieri arrivano sulla pagina in maniera talmente diretta che il lettore non può far altro che immedesimarsi in essi e viverli a sua volta. Vaghi ha scelto una tecnica narrativa schietta, immediata e arida per presentarci Stefano in tutta la sua onestà e trasparenza e per lanciarci un chiaro messaggio: è importante insegnare ai ragazzi ad essere innanzitutto sempre sinceri con sé stessi, a non avere paura delle proprie emozioni e dei propri sentimenti, perché solo se si ha il coraggio e si è capaci di viverli a pieno, un giorno si potrà dire di essere soddisfatti della propria vita, poiché la si è vissuta davvero. Si tratta dunque di un libro che vuol, sì, parlare agli adolescenti, ma anche agli adulti che stanno loro accanto e che sempre più di frequente al giorno d’oggi si trovano a vivere situazioni del tutto simili alle loro.

Cecilia Giraudo, Francesco Regolo
Biblioteca Civica di Cuneo
Servizio Civile Nazionale

Il vostro nome è scritto sulla mia pelle

Il primo romanzo di Pietro Vaghi “Scritto sulla mia pelle” racconta l’adolescenza di Stefano, lasciando trasparire le sue emozioni e, soprattutto, le sue paure. Egli in effetti è un comune sedicenne allegro e sensibile, il quale, però, non riesce a superare serenamente la separazione dei suoi genitori. Tutto ad un tratto gli vengono a mancare i suoi punti di riferimento e cresce dentro il presentimento che tutte le sue certezze siano scivolate via. La solitudine lo invade, lo fa diventare “trasparente” e lo induce a mostrare le sue fragilità. Egli, inoltre, si sente corroso dai sensi di colpa per ciò che è accaduto ai suoi genitori, ignaro del vero motivo che ha causato la loro separazione. Stefano, quindi, è colmo di dubbi e incertezze tipiche di coloro che vivono il periodo adolescenziale, e si divide tra famiglia, amicizia e anche amore. In effetti col tempo riuscirà anche a trovare la persona adatta a lui che lo aiuterà a fare chiarezza nel suo cuore. La vicenda narrata, quindi, rispecchia la situazione attuale di molte famiglie e, per questo motivo, molti ragazzi riescono ad immedesimarsi in Stefano, poiché vivono momenti di dolore simili ai suoi e provano il suo stesso sentimento di smarrimento. Nonostante questo la trama in generale risulta scontata, con un contenuto piuttosto banale e prevedibile. La scorrevolezza del romanzo è data soprattutto dal linguaggio semplice con parole di uso quotidiano e talvolta scurrili.

Simona Fontana
Liceo Scientifico "Vasco", Mondovì
classe IV A