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Recensioni XXV edizione

Cuore di Lupo - Marcello Bernardi

copertina libro

Non è un libro che fa per me, non mi convince abbastanza la sua struttura. Nonostante ciò penso sia scritto in modo scorrevole e facilmente comprensibile. Lo consiglierei a ragazzi giovani, soprattutto per la facilità di lettura. La trama è carina e semplice.

Chiara Adornetto
Liceo De Amicis di Cuneo, classe 3H

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Le avventure di Huan e dei suoi compagni raccontate nel libro “Cuore di lupo” catturano il lettore, invogliandolo a proseguire l’emozionante lettura, che non smette mai di stupire con colpi di scena. La “storia d’amore” narrata nel romanzo è un esempio di come i sentimenti possano superare qualsiasi limite, stravolgendo completamente la vita di chi li vive, a prescindere da tutto e tutti.

Marta Dompè
Liceo De Amicis di Cuneo, classe 2H

La bambina sputafuoco - Giulia Binando Melis

copertina libro

Non è il genere di libro che leggo di solito, ma lo stile di scrittura è molto semplice e scorrevole. L’autrice prende il punto di vista di una bambina, senza le influenze negative degli adulti. La semplicità e la dolcezza della narrazione sono qualcosa di disarmante e il punto di forza di questo libro.

Silvia Argilosa
Liceo De Amicis di Cuneo, classe 3H

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Ho trovato questo libro dolce e tenero, capace di trattare temi delicati con accuratezza e leggerezza. In alcune parti però non troppo scorrevole e un po' ripetitivo.

Francesca Gerardo
Liceo De Amicis di Cuneo, classe 3H

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Il libro mi è piaciuto soprattutto perché è una lettura scorrevole e piacevole. L’autrice scrive parlando della bambina che ancora oggi vive dentro di lei. Mi sono piaciuti i discorsi diretti che si susseguono in modo naturale alla parte narrativa. Il tema centrale è l’amicizia nata tra Mina e Lorenzo all’interno delle mura dell’ospedale, insieme riescono ad affrontare quel luogo che può sembrare spaventoso.

Chiara Comba
Liceo De Amicis di Cuneo, classe 2H

Mai stati innocenti - Valeria Gargiullo

copertina libro

La trama è molto interessante, i temi che tratta sono ben approfonditi e spiegati adeguatamente. Lo stile di scrittura dell’autrice è scorrevole e coinvolgente. I personaggi sono ben definiti: ognuno ha un carattere preciso e, nel corso della lettura, si riesce a conoscerli approfonditamente. Il finale è un po' confuso, ma comunque comprensibile.

Iris Lavalle
Liceo De Amicis di Cuneo, classe 3H

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Mi è piaciuta molto la trama e le descrizioni sempre dettagliate. Sono stata travolta dalla forza della protagonista e dal carattere sempre preciso di ogni personaggio. L’unica difficoltà che ho riscontrato nella lettura è la continua presenza di ricordi e flashback. Sono utili per arricchire la storia e renderla più coinvolgente, ma in alcuni punti creano un po' di confusione.

Caterina Peano
Liceo De Amicis di Cuneo, classe 3H

Dove si nascondono le rondini - Enrico Losso

copertina libro

Scritto in modo scorrevole ed accattivante. La storia è avvincente in quanto tratta temi vicino ai ragazzi come la scuola, i problemi familiari e con gli amici, la scoperta di un mondo in cui sono presenti anche la violenza e la morte. Aiuta a scoprire una parte importante della storia italiana molto vicino a noi in quanto parla delle Brigate Rosse.

Caterina Peano
Liceo de Amicis di Cuneo, classe 3H

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Ho trovato utile il fatto che il libro tratti di un periodo storico a noi vicino che però spesso non si conosce. La storia è innovativa, ma ho trovato, purtroppo, il personaggio di Irene non molto caratterizzato, così come il rapporto che si crea tra il protagonista e la donna. Ci si ritrova a non comprendere pienamente come i due possano diventare amici.

Iris Lavalle
Liceo De Amicis di Cuneo, classe 3H

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L’argomento del libro è molto interessante: è un tema difficile da affrontare e ho trovato che l’autore sia stato bravo nella trattazione delle brigate rosse. Ho trovato il libro pesante da leggere, questo dato dai dialoghi che erano troppo dispersivi e lunghi.

Eleonora Siddi
Liceo De Amicis di Cuneo, classe 3H

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Ho terminato da poco il libro e ho tante emozioni dentro, è difficile raccontarle tutte e con le parole giuste. “Dove si nascondono le rondini” è una storia di crescita e di cambiamento, una storia toccante, piena di emozioni, quelle belle e anche quelle che non vorresti provare. Il romanzo inizia in modo semplice e tranquillo, introducendo i protagonisti attraverso le loro emozioni. Dopo i primi capitoli sembra di poter sentire il loro cuore, quello che stanno provando e quando la storia è iniziata, ti rendi conto di esserti persa in essa, non riuscendo più a smettere di leggere perché, andando avanti, la storia diventa man mano più interessante.

Alessandra Rosso
Liceo De Amicis di Cuneo, classe 2H

La casa del tè - Valerio Principessa

copertina libro

Questo libro mi è piaciuto molto perciò ritengo di consigliarlo. Mi è piaciuto molto il fatto che mano a mano che si avanza nella lettura si scoprono piccoli pezzi delle storie dei vari personaggi, tutti caratterizzati in modo differente e unico. È anche interessante l’idea di infilare tra i capitoli delle lettere/messaggi il cui significato si scoprirà soltanto verso la fine. Infine ho trovato anche molto particolare il fatto che il protagonista associasse alcuni momenti che riteneva significativi a delle parole straniere quasi ormai andate in disuso e che non hanno una corrispondente parola italiana.

Annamaria Giorgis
Liceo De Amicis di Cuneo, classe 3H

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Ho trovato molto interessante e scorrevole questo libro. Ha sempre catturato la mia attenzione. Grazie a questo libro ho imparato molte parole sconosciute e particolari. La trama è molto interessante e mi è piaciuto molto.

Fabiola Miraglio Mellano
Liceo De Amicis di Cuneo, classe 3H

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Questo libro mi è piaciuto perché, oltre alla trama avvincente, offre vari spunti di riflessione e curiosità. È anche interessante il fatto che lungo la storia si scoprono frammenti della vita dei vari personaggi, unici e ben caratterizzati.

Caterina Peano
Liceo De Amicis di Cuneo, classe 3H

40 cappotti e un bottone - Ivan Sciapeconi

copertina libro

È un libro ha scaturito in me molte emozioni. Durante tutta la lettura ero presa dall’angoscia e dall’ansia, mi è piaciuto molto l’aiuto e il supporto che hanno ricevuto gli ebrei e ho potuto riflettere sul senso della solidarietà reciproca, infatti nel libro molte persone pur di difendere gli ebrei e i più “deboli” hanno messo a rischio la loro vita. È un libro molto bello e il lieto fine mi ha sorpreso perché mi aspettavo il peggio, però in alcuni tratti la narrazione risultava essere un po' noiosa e ripetitiva.

Fabiola Miraglio Mellano
Liceo De Amicis di Cuneo, classe 3H

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Mi è piaciuto molto. Tutti i capitoli sono stati scritti in maniera fluida e, a parer mio, l’autore è riuscito a farmi vedere le cose come Natan (il protagonista) e a provare le sue emozioni. Posso dire che questo è sicuramente un libro che mostra il dolore del distacco, la paura, la sofferenza della perdita ma anche la solidarietà e la forza dell’amicizia e dei buoni sentimenti. Ritengo che i libri come questo sarebbero da far leggere nelle scuole per dare a noi giovani un’ulteriore testimonianza della crudeltà della guerra.

Chiara Saracino
Liceo De Amicis di Cuneo, classe 3H

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Questo libro narra una storia vera, molto commovente, che lascia con il fiato sospeso fino all’ultima pagina. Viene raccontata  la storia della fuga di un gruppo di bambini, ragazzi e dei loro giovani accompagnatori, dalla Provincia di Modena alla Svizzera. Sono stata particolarmente colpita dalla dimostrazione d’affetto e dall’aiuto prestato dai cittadini nei confronti dei rifugiati ebrei, rischiando la propria vita. La lettura è scorrevole, il ritmo veloce e viene reso incalzante da periodi brevi e incisivi. Il lessico è semplice e chiaro. Il narratore della storia è Natan, che riporta la sua vicenda personale, ovvero la triste separazione dalla propria famiglia e la realizzazione che i suoi cari, purtroppo, non sono sopravvissuti alla Shoa.

Benedetta Viale
Liceo De Amicis di Cuneo, classe 3H

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Ho apprezzato questo libro poiché tratta un tema fondamentale e, soprattutto, una parte di storia da non dimenticare. Allo stesso tempo, è molto bello l’ottimismo da parte dei personaggi, che è sempre utile anche in una situazione negativa, insieme alla speranza. Ovviamente anche l’unione è un elemento, esaltato nel testo, di non minore importanza. Il fattore negativo è invece che, nonostante sia un libro non troppo lungo, in alcune parti si perda l’attenzione e ci si annoi.

Monica Giordano
Liceo De Amicis di Cuneo, classe 3H

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Questa lettura mi ha coinvolto molto perché, oltre ad avere un andamento scorrevole, si basa su una storia vera e questo mi ha colpito molto. Viene rappresentato molto bene il periodo della Shoah, descritto con particolari dettagliati.

Giorgia Barbero
Liceo De Amicis di Cuneo, classe 3H

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Questo testo si contraddistingue dalla maggior parte dei libri che trattano dalla Shoah. È una storia a lieto fine, rara da trovare in libri di questo tipo. La trama è piacevole e scorrevole, ma ho trovato la sintassi un po’ frammentata a causa della brevità delle frasi. Sono infatti assenti lunghi periodi e la lettura risulta quasi schematica.

Elisa Maisa
Liceo De Amicis di Cuneo, classe 3H

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40 cappotti e un bottone è un libro che racconta una storia grande, enorme, che si fa fatica a credere reale, lo fa a misura di bambino, attraverso i suoi occhi e le sue idee, con i suoi termini e atteggiamenti. Il romanzo ci racconta non solo una storia vera e un grande atto di coraggio, ci dice, attraverso la ritrosia di Natan a fidarsi e alla gioia sfrenata del finale che c’è speranza, che non bisogna nascondersi dietro ad un’imposta chiusa, che a volte bisogna rischiare per fare la cosa giusta.

Iacob Shpresa
Liceo De Amicis di Cuneo, classe 2H

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Il romanzo racconta della storia di quaranta bambini ebrei che, durante la Seconda Guerra Mondiale, sono stati aiutati da un’organizzazione e da alcuni accompagnatori a scappare dalla Germania. Il loro obiettivo è quello di andare in Palestina, ma prima sono costretti a fermarsi in Italia. I ragazzi trovano rifugio a Villa Emma, nella città di Nonantola e tra questi c’è Natan, il protagonista, che vive questi momenti di sofferenza pensando alla famiglia che ha dovuto lasciare. Le truppe naziste arrivano anche a Nonantola e i ragazzi sono costretti a organizzare una fuga con l’aiuto del paese. Si rifugeranno poi in Svizzera, fingendosi una scolaresca e indossando 40 cappotti uguali, proprio come preannuncia il titolo. Il libro mi è piaciuto molto perché presenta delle interessanti riflessioni da parte di alcuni personaggi e aiuta a capire che, nonostante il male di alcune persone, tante altre sono disposte ad aiutarle. Il fatto che questa storia sia realmente accaduta è emozionante e fa rabbrividire nello stesso tempo perché incoraggia l’autore a riflettere sul tema dell’amicizia e della gentilezza.

Arianna Mondino
Liceo De Amicis di Cuneo, classe 2H