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Chiara Mana

«Perché capito cosa sia una tragedia, bisogna anche tener conto di una regola che le è propria: tanto più l’inizio è buono tanto più terribile sarà la fine. Beh, sappia il lettore che il mio fu un inizio idilliaco»

Paolo è uno studente del Liceo Classico e come suggerisce la scelta dell’indirizzo la Matematica non è il suo primo amore ne è la passione dei suoi compagni di classe.  Il rapporto con la nuova insegnate di Matematica, Alda Adda,  appare sin dal principio complicato: la “bella di matematica”, questo il soprannome immediatamente coniato dagli studenti, è la classica professoressa incapace e ignorante che tuttavia non vuole ammettere le sue mancanze e pretende di avere ragione anche quando è conscia d’essere nel torto, sfoga sugli studenti la frustrazione per la propria tutt’altro che felice vita coniugale. Il romanzo si articola in una serie di episodi narrati in prima persona dal protagonista che descrivono il difficile rapporto di Paolo e della sua classe con la bislacca e lunatica professoressa Adda e la loro costante lotta all’ultimo sangue per ottenere la sufficienza.

Il punto di forza de La bella di matematica non è la trama in sé, che non costituisce una novità,soprattutto per noi “vecchi”studenti, ma la scelta dello stile e del linguaggio utilizzati per svilupparla. Quale cosa infatti è più naturale per un ragazzo che decide di cimentarsi nella scrittura di un romanzo dello scrivere della propria quotidiana esperienza?  Alessandro Cecconato riesce attraverso un linguaggio fresco ed immediato, semplice alla lettura, colorito da una buona dose di sottile ironia a rendere più che realistici i personaggi. Leggendo questo breve romanzo pare di essere circondati dai propri compagni di classe, catapultati in situazioni che prima o poi ogni studente si trova, purtroppo, a vivere. Alcuni passaggi del libro sono così verosimili da far scattare nel lettore dei dejà vu.

Romanzo caldamente consigliato sia agli studenti, che in esso possono ritrovare la propria quotidiana esperienza,agli insegnanti…e a coloro che studenti ormai non sono più,ma che possono sorridere grazie alle avventure e disavventure del protagonista ripensando alle proprie passate esperienze.

Chiara Mana, 5C
Liceo Scientifico G. Vasco
Mondovì