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Umberto Beccaria

"La brutta di matematica"

Il romanzo è ambientato in un paese immaginario, molto somigliante però a Treviso, e le vicende si dipanano in un Liceo Classico. La protagonista principale del racconto è Alda Adda, professoressa terribile, perfida, acida e sotto certi aspetti anche vendicativa. La trama si sviluppa attraverso le molteplici avventure della classe e le vere e proprie “battaglie” tra i ragazzi e la professoressa. Dopo accese discussioni, note, brutti voti si arriva a scoprire che il motivo di tale crudeltà da parte della professoressa Adda deriva dal suo difficile rapporto con il marito. In chiusura del romanzo, infatti, lei decide di abbandonare definitivamente il marito e si lascia andare in comportamenti mai visti prima, mostrando finalmente il lato buono che c’è in lei.
Chi nella sua vita scolastica non ha mai avuto una professoressa perfida, vendicativa e per di più impreparata? Purtroppo  tanti studenti  appartenenti ad ogni generazione. Il giovane narratore, ispirandosi liberamente alle caratteristiche negative dei professori incontrati nei suoi anni di studio, ha creato uno stereotipo che comprende un po’ tutti i tipi di comportamento da parte degli insegnanti. Ne è venuto fuori un ritratto ben riuscito sulla scuola di ieri e di oggi, con pregi e difetti. Nonostante il romanzo sia gradevole e il linguaggio scorrevole , in alcuni passaggi la trama pare a volte scontata o inconsistente, forse perché i pensieri contenuti sono facilmente condivisibili e paiono analoghi a quelli vissuti  da noi studenti. Noi soltanto, infatti, possiamo immedesimarci in ciò che racconta l'autore e comprendere fino in fondo le dinamiche di una classe.
 Alessandro Cecconato inventa questa figura terribile e temibile della professoressa, carente dal punto di vista disciplinare e didattico, frustrata e perciò capace solo di terrorizzare i suoi allievi e metterli in difficoltà  assegnando voti in base a simpatie e pregiudizi. Tuttavia l’autore propone una sorta di giustificazione per il comportamento dell’insegnante  facendo comprendere al lettore che i docenti sono persone con una vita privata che talvolta può influenzare i comportamenti scolastici, anche se non dovrebbe.  Nonostante ciò il finale pare un po’ troppo frettoloso e quasi incompiuto.

Umberto Beccaria
classe 4^C
Liceo Scientifico Mondovì