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Martina Viglione

"Sceglinato e la matematica"

Durante la nostra carriera scolastica, ognuno di noi ha sicuramente dovuto fare i conti con il Professore, il protagonista dei nostri incubi di un intero anno scolastico, colui o colei che,a turno, ci hanno fatto sperimentare tutte le pene dell’Inferno.

Per questo motivo il giovane Cecconato in “La bella di matematica”  racconta l’esperienza di Paolo Ceglinato, studente, che frequenta il Liceo Classico e la sua “lotta” con la professoressa di matematica Alda Adda.

Sarà per il rapporto instauratosi con l’alunno, sarà a causa della materia solitamente poco amata dagli alunni del Liceo Classico, in ogni caso “La Adda” viene descritta orribilmente anche per quanto riguarda l’aspetto: alta poco più di un metro, testa particolarmente piccola “condita” da capelli mossi e crespi, enorme naso e ricordata soprattutto per il suo accento, un misto di napoletano, trevigiano e romano. 

Ma quel che più fa impazzire il povero “Sceglinato”,così viene chiamato dalla professoressa, è l’inspiegabile ignoranza per quel che riguarda la sua materia: vada se piovono insufficienze da una docente che la conosce bene, non la si coglie mai in fallo (ahimè) e, nonostante i voti poco soddisfacenti, riesce comunque a fare amare la materia agli studenti. Ma quando si tratta di un’insegnante come la Adda,ignorante e che prepara le verifiche pensando già alla felicità che proverà a scrivervi sopra un 3 a caratteri cubitali, anche se  lei  non è in grado di risolvere i problemi assegnati, i brutti voti a fine quadrimestre non sono per nulla accettati da Ceglinato. Ma la Adda ha “il coltello dalla parte del manico” e sabotaggi ed escamotages non sortiscono risultati e non bastano a sfuggire alle sue grinfie.

Si scopre però che l’atteggiamento della donna muta quando la si vede fuori dalle  mura  scolastiche,infatti, per strada o in gelateria la Adda appare una creatura in pena, sottomessa ai voleri e allo scherno di un uomo oscuro e misterioso. Forse la crudeltà della professoressa  è una maniera per nascondere le sue debolezze e sfogare tutta la rabbia contro qualcuno che può dominare.

Per mezzo di un linguaggio vivace, che fa trapelare la giovane età dell’autore, ma allo stesso tempo chiaro e che non risparmia giudizi, Cecconato fa rivivere al lettore la sua esperienza in una scuola, in una piccola città veneta in cui, come si afferma nel racconto, “poco o nulla è normale”.

Martina Viglione classe 3^ Esabac
Liceo Linguistico Vasco Mondovì