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Alla fine di ogni cosa

"Alla fine di ogni cosa" di Mauro Garofalo, è un romanzo che si ispira alla storia vera, ambientata nella Germania nazista, di un di un pugile zingaro di nome Johann Trollmann, detto Rukeli, (albero).
L'ascesa al potere di Hitler è parallela alla sua scalata nelle classifiche prestigiose del pugilato. Ma non appena Hitler diventa cancelliere, il giovane inizia ad incontrare infiniti problemi nella carriera, tali da compromettergliela per sempre, ma anche nella vita quotidiana: l'intolleranza e la persecuzione dei "diversi" diventano la norma nel paese che si presenta agli occhi del mondo come Terzo Reich.
Quando Trollmann ha finalmente l'occasione di vincere il titolo di campione, la Federazione sportiva gli toglie il titolo, proprio perché zingaro, cancellando gli esiti di una vittoria pulita sul ring.
Il giovane combatte al fronte durante la seconda guerra mondiale e, al ritorno, viene arrestato e deportato in lager, dove concluderà la sua vita in un modo che non è stato mai del tutto chiarito.
Il libro, che ricostruisce la vicenda umana del giovane rom, è ricco di riferimenti agli eventi storici che hanno segnato la storia del Novecento e non solo per la Germania. La vicenda personale di Rukeli, molto coinvolgente, è un'occasione, per l'autore, di proporre una riflessione sulle persecuzioni attuate con motivazioni squisitamente razziali, in base a teorie pseudo-scientifiche sulla presunta inferiorità di certe razze, tra cui appunto la "razza zingara". Sollecita interesse per una persecuzione, quella degli zingari, che viene spesso dimenticata.
Inoltre descrive bene come la vittoria del campione zingaro infanghi, agli occhi delle autorità del Reich, la nobile arte dello sport, nella quale solo atleti dotati di caratteristiche fisiche facilmente identificabili nella purezza dell'ariano hanno diritto di segnalarsi e di trionfare, di salire sul podio della vittoria. Nonostante Rukeli sia sano, aitante e robusto e combatta con grande abilità, non è degno di fregiarsi di un titolo a cui possono aspirare soltanto i perfetti ragazzi della gioventù hitleriana.
Quando abbiamo letto il libro, avevamo appena visto il film "Race" dedicato alla storia di Owens, vincitore di ben 4 medaglie d'oro alle Olimpiadi del '36 e ci è stato naturale fare un parallelo fra i due atleti: un nero e uno zingaro, diventati, in conseguenza delle leggi razziali, "subumani".
Riteniamo che il libro possa far riflettere i giovani su temi sempre attuali e ci pare che l'autore abbia ragione quando dice, in un'intervista rilasciata di recente, che "ha raccontato, pesando ogni sillaba, cercando la precisione, di una caduta, di un sogno che si infrange, di un giovane che non ha potuto colmare il vuoto che gli si faceva intorno".

Alessia, Andrea O., Andrea P. classe IV D ragionieri I.I.S. Arimondi Eula

Un destino che si compie inevitabilmente

Il romanzo di Mauro Garofalo racconta la vicenda di un pugile tedesco di origine zingara, Johann Trollmann, soprannominato “Rukeli” per la sua particolare somiglianza dal punto di vista corporeo ad un albero, che, mentre stava combattendo una match nella sua città natale, ovvero Hannover, viene notato da un allenatore berlinese, Zirzow, che viene immediatamente colpito ed affascinato dal particolare stile pugilistico che contraddistingue il giovane e che non ha mai scorto in nessun altro lottatore. Captandone il potenziale, gli offre la possibilità di allenarsi nella sua palestra della capitale, Johann accetta non senza qualche esitazione, e dal quel momento la strada verso il titolo dei pesi medio-massimi diventa spianata, con lo zingaro che inanella una vittoria dopo l'altra. Il suo destino sembra ormai scritto, quando, nel periodo della sua massima forma fisica e mentale, emerge nello scenario politico tedesco un giovane ambizioso e intraprendente di origine austriaca, Adolf Hitler, che in breve tempo impone al popolo teutonico la propria ideologia basata sulla purezza della razza ariana. Nel frattempo Johann è giunto alla finale della sua categoria, ad un solo passo da quel titolo tanto agognato sin dalla fanciullezza, lo conquista sul ring, ma la mano nazista gli revoca la vittoria per una condotta di gara contraria al Faustkamp, l'ideale di combattimento imposto da Hitler e seguaci, e viene obbligato a disputare un altro match. É l'inizio della fine per Johann.
Un romanzo che parrebbe sulla falsa riga dei tanti usciti in questi anni sul tema del nazismo/razzismo, ma che fornisce un'altra prospettiva sotto cui osservare ed analizzare lo scenario che andava delineandosi con l'arrivo del Führer, ovvero quella dello sportivo promettente la cui carriera viene stroncata dalle menti contorte e nazionaliste salite al potere in quegli anni. L'autore intreccia la vita privata del campione pugilistico, venerato dalle donne e profondamente legato al suo passato e al villaggio in cui era nato e cresciuto ad Hannover, con quella sportiva, fornendo descrizioni tecniche e realistiche dei colpi da lui sferrati e della sua situazione psicologica durante gli incontri e gli allenamenti.
Garofalo si serve di numerose figure retoriche, quali metafore e analogie, per scolpire i suoi personaggi, in particolare per il protagonista, nelle loro varie sfaccettature, accompagnate da un linguaggio colorito e allusivo, che creano un ambiente letterario piacevole ma al contempo che induce alla riflessione su qualcosa che sembra ormai passato ma che mai come oggi è terribilmente presente e vivido. Il sapiente utilizzo di periodi di differente lunghezza, a seconda della situazione e dell'importanza che ha voluto infondere in quell'immagine, dimostrano l'attenzione dello scrittore verso la componente psicologica del lettore, che grazie a tali accorgimenti può focalizzare l'attenzione sugli eventi, caratterizzati da frasi brevi e dirette, e sulle descrizioni di personaggi e ambienti, contraddistinte da figure retoriche e periodi prolissi e particolareggiati.
Consiglio la lettura di questo romanzo sia al lettore sporadico, dal momento che potrebbe facilmente comprendere la trama e il messaggio, sia a quello più assiduo, capace di carpire gli intrecci socio-politici e i dettagli più reconditi.

Davide Camoirano
classe 3°A scientifico
Liceo Vasco Beccaria Govone Mondovì